Finalmente
UN MILIONE DI DONNE
Tante donne nelle piazze,
le han ferite nell'orgoglio,
più colori e tante razze :
questo è er monno che io voglio !
Sol pe' dicce: ora basta ,
che finisca 'sto bordello ,
mica siam di quella pasta ,
ce stà er core e anche er cervello !
Si lavora dentro e fuori,
assai più de voi maschietti ,
innammorati dei motori ,
der pallone e altri oggetti .
Siam venute cor cappotto,
solo l'anima è spogliata ,
siam coperte sopra e sotto ,
.....solo voci pe' sfilata .
Qui nessuna è bacchettona ,
...chi ce l'ha se la gestisce ,
c' è chi a far quello solo è bona ,
ma dell'altre chi capisce ?
Ora è de cambiamento ,
e solo a dillo fa vergogna ,
e che 'st' immenso movimento ,
ce tiri fori da 'sta fogna !!!
( Bruno Panuccio 14/02/2011 )
Franca Rame: di Maria Grazia Gregori .
Non c’è ragazza che, dagli anni Sessanta in poi, non conosca le sue battaglie in difesa della donna, della sua libertà di scelta, della sua dignità. Sola una così poteva trasformare una violenza orrenda subita con dolore, in una consapevole e generosa scelta di campo a favore di chi ha poco o niente.
Partendo dal palcoscenico, è ovvio, perché Franca non si è mai dimenticata di essere un’attrice che racconta storie insieme a suo marito Dario Fo, ma anche da sola, avendo sempre ben presente il consapevole orgoglio della sua condizione. Anche per questo è entusiasta della manifestazione che si terrà il giorno 13, alla quale parteciperà. Dice: “È un momento di grande fiacca generale, la gente è disinteressata, non ha soldi ed è preoccupata soprattutto di apparire e non di essere. C’è bisogno di una sveglia.
Già la manifestazione del 29 gennaio a Milano, è stata bellissima: tantissima gente, uomini e donne, tanti applausi, un grande affetto che ci univa… mi sono commossa. È importante che questa manifestazione accada proprio in questi tempi in cui “il povero Berlusconi” è lì con le mutandine delle sue ragazze in testa. È importante questo svegliarsi, questo campanello d’allarme.
Da parte mia spero in un risveglio totale di donne e di uomini da questo sonno profondo. Non mi è mai capitato di vedere un periodo così imbevuto di egoismo, di perdita di dignità, di denaro facile. E queste ragazze che si umiliano e l’uso umiliante che se ne fa per soldi, soldi, soldi. Il 13 ci sarò anch’io. Quello che succede in questi giorni testimonia che in ognuna di noi covava qualcosa. E quando ho letto sull’Unità della “chiamata” per testimoniare il nostro rifiuto, il nostro lutto, mi è sembrato che mi avessero letto nel pensiero perché io credo veramente che in ognuna di noi, casalinga, miliardaria, prostituta, ci sia un forte desiderio di comunicare, di esistere, di esprimere quello che sentiamo.
È stata proprio come una grande spinta. E pensare che tutto nasce dal comportamento del signor B., il signore con le mutandine in testa, da un’idea, da un’immagine mortificante della donna.
E queste belle ragazze cresciute a pane e televisione, nel culto di una società che premia solo l’apparire, sono un po’ vittime di questa cultura, sembrano non rendersene conto, si tolgono sorridendo le mutandine, guardano alla busta “pesante”… A un certo punto qualche anima bella ci ha definite l’altra metà del cielo.
Da parte mia non sentendomi la metà di questo cielo non l’ho mai neanche voluto tutto per me. Non voglio essere al centro delle cose.
Penso sempre agli altri, non solo alle donne ma anche agli uomini, al precariato, al debito pubblico che sale, cerco di vedere dove posso essere utile.
Credo che per cambiare ci sia bisogno di una politica diversammente questo non sarà possibile fino a quando la sinistra non si risolleverà