In pasto ai cannibali del mercato
Autore: Piero Sansonetti
Pubblicato: 13 ago 2011
Il mercato è il colpevole della crisi che sta travolgendo l’Occidente.
L’Occidente però, invece di porsi il problema di come imbrigliare il mercato, e riformarlo, e imporgli delle regole, ha deciso di affidare al mercato la soluzione della crisi.
Lo ha fatto prima sconfiggendo Obama negli Stati Uniti e poi estendendo a tutta l’Europa la sua idea paradossale, e cioè quella di affidare all’assassino le indagini sull’omicidio.
In Italia tutto questo si è tradotto in una iniziativa di esautoramento del governo e del parlamento e nel trasferimento della sovranità nazionale in sede europea (in sede di finanza europea).
La nuova autorità ha deciso misure severissime di taglio del welfare, in particolare delle pensioni delle donne e dei meno ricchi, e di aiuti alle imprese.
L’idea è quella di accentuare le diseguaglianze sociali e concentrare ulteriormente la ricchezza (fino a misure odiose come quella, un po’ nazista, di togliere le pensioni di reversibilità alla vedove senza reddito).
Poi si è andati un passo avanti: con la richiesta di abolire l’articolo 41 della Costituzione (quello che pone un limite alla sregolatezza dell’iniziativa privata) e di introdurre, sempre in Costituzione, un articolo che imponga il pareggio di Bilancio; si è deciso in questo modo di rendere stabile il “disarmo della politica”, togliendogli, definitivamente, ogni diritto di influenzare o disciplinare l’economia.
L’obbligo del pareggio di Bilancio significa impedire alla politica di governare le risorse necessarie per la propria iniziativa sociale. Quindi escludere la politica dall’iniziativa sociale.
E dunque porre fine al compromesso socialdemocratico sul quale, dopo la seconda guerra mondiale, era stata costruita l’Europa.
La Costituzione perde tutto il suo spirito originario e diventa una specie di gabbia che certifica la sospensione della democrazia, o comunque il suo essere un fatto accessorio e non più indispensabile nel governo delle nostre società.
L’aspetto più drammatico di tutto questo è che il nostro centrosinistra brancola nel buio. In parte addirittura sembra soddisfatto di questa drastica svolta autoritaria e reazionaria, e speranzoso di poter essere chiamato a partecipare al governo di questa stretta, in sostituzione dei gruppi dirigenti “riottosi” del berlusconismo.
Per ora, comunque, il comando è stato assegnato a una piccola lobby che ha sede in via Solferino.
Il Corriere della Sera ha preso il posto del Parlamento ed esercita la sua nuova funzione – bisogna ammetterlo – con molta liberalità.
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PIERO SANSONETTI
Il periodo de "l'Unità"
Ha cominciato a lavorare a l'Unità nel 1975, prima come cronista, poi come notista politico e caporedattore.
Dal 1990 al 1994 è stato vicedirettore e condirettore dello stesso giornale.
Poi si è trasferito per un paio d'anni negli Stati Uniti, da dove è stato il corrispondente fino al 1996, quando è tornato in Italia per ricoprire nuovamente la carica di condirettore. Dal 1998 è inviato e commentatore, e si occupa soprattutto di politica italiana e di esteri.
Direttore di Liberazione e rimozione dall'incarico
Dal 1º ottobre 2004 al 11 gennaio 2009 è direttore di Liberazione, il quotidiano del Partito della Rifondazione Comunista, su volontà della dirigenza Bertinotti-Vendola.
Sansonetti non è tuttavia iscritto al PRC. Il 12 gennaio 2009, a fronte di un buco di oltre tre milioni e mezzo di euro[2], è stato rimosso dalla carica di direttore del quotidiano dalla nuova maggioranza del Partito, uscita dal Congresso di Chianciano dell'estate 2008 e guidata dall'ex ministro Paolo Ferrero.
A partire dal febbraio 2009 ha iniziato una collaborazione per il quotidiano Il Riformista. Dal 24 luglio 2010 è direttore del quotidiano d'informazione regionale Calabria Ora. Nell'Ottobre 2010 rimane coinvolto in uno scandalo che colpisce l'opinione pubblica ed il mondo del giornalismo
: il giornale da lui diretto licenzia Lucio Musolino giornalista che si è occupato negli anni di inchieste scottanti sulla 'ndrangheta e che aveva denunciato rapporti tra l'organizzazione mafiosa ed il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti.
Musolino verrà reintegrato con una sentenza del giudice del lavoro nel Marzo 2011
Gli Altri[modifica]Chiusa l'esperienza di Liberazione ha lavorato alla nascita di un nuovo quotidiano di sinistra, Gli Altri, che ha una tiratura di circa 30-40.000 copie. Dopo due numeri zero, il primo dei quali distribuito a Roma il 4 aprile 2009 in occasione della manifestazione nazionale della CGIL "Futuro si, indietro no", il numero 1 è uscito il 12 maggio 2009.
Da dicembre 2009 la testata da quotidiana è divenuta settimanale per ragioni di bilancio.
Critiche al sistema editoriale[modifica]Sansonetti ha denunciato la profonda fragilità del sistema dell’informazione in Italia.
La televisione, secondo il direttore de Gli Altri, è lottizzata dai principali partiti politici, PD e PDL, mentre la carta stampata è in mano a tre grandi gruppi di riferimento: Il Giornale di proprietà della famiglia di Silvio Berlusconi, Il Corriere della Sera controllato da RCS e il gruppo L’Espresso di Carlo De Benedetti.
Alcune posizioni filogovernative e aspramente critiche nei confronti della magistratura e dell'opposizione, nonché la partecipazione a varie puntate di "Porta a Porta" , hanno provocato un vivo dibattito nelle testate giornalistiche di centro-sinistra del panorama editoriale italiano, in cui è stato accusato di collaborazionismo e funzionalità alla causa berlusconiana
Pubblicazioni[modifica]I due volti dell'America. Gli Stati Uniti tra capitalismo selvaggio e Stato sociale, 1996, Editori Riuniti;
Il futuro che vorrei. Riflessioni raccolte da Piero Sansonetti, 2001, Editori Riuniti;
Dal '68 ai no-global. Trent'anni di movimento, 2002, Baldini Castoldi;
Né un uomo né un soldo. Una cronaca del pacifismo italiano del Novecento, con Marrone Antonella, 2003, Baldini Castoldi;
Note[modifica]